Stare sugli alberi
di Laura Bortoloni
24 aprile 2014, sono a New York e, confesso per caso, entrando da Strand, il celebre bookstore su Broadway, vedo che alle 19 c’è una presentazione del nuovo volume di Manuel Lima, “The book of trees”. Lima, fondatore di visualcomplexity.com e design lead a Codeacademy, è famoso per “Visual complexity”, in cui seleziona, raccoglie ed esamina più di 300 esempi di incredibili visualizzazioni di reti, dati, connessioni.
La presentazione del nuovo libro è di una semplicità e chiarezza invidiabili, comprensibilissima anche da chi non si occupa di visualizzazioni di mestiere – una bella lezione per noi italiani, che spesso scivoliamo nel desiderio di far sembrare complesso anche ciò che non lo è. Lima, con enorme entusiasmo, spiega i motivi che lo hanno spinto in questo progetto editoriale: primo, il desiderio di “raccontare un storia non scritta” ancora da nessuno, quella delle rappresentazioni ad albero, che di per sé è narrazione, è anche narrazione di narrazioni, racconto di racconti.
Non scritta, spiega, e se ne è reso conto mentre preparava il libro precedente: non c’erano, nonostante l’universalità dell’archetipo visivo della rappresentazione ad albero, delle pubblicazioni scientifiche che ne tracciassero la storia e le classificazioni. E poi la volontà di – e la lascio volontariamente in inglese – “fighting our present bias”, di contrastare le nostre abitudini, pregiudizi e ripetitività; e riacquisire una dimensione legata alla lunga durata, come una rappresentazione ad albero implica, nell’epoca dei messaggi istantanei e istantaneamente dimenticati. “The book of trees. Visualizing branches od knowledge”, edito per Princeton Architectural Press, si snoda lungo 800 anni di storia dell’uomo, filtrata attraverso l’utilizzo dei diagrammi ad albero.
Ognuna delle undici tipologie individuate viene studiata nella sua evoluzione cronologica lungo i secoli, ponendo le basi per un una tassonomia della rappresentazione di questo archetipo, a partire da quelle figurative, a più geometriche-astratte, fino a rappresentazioni contemporanee articolate sul diagramma di Voronoi, passando per Darwin e l’unica illustrazione presente nell’Origine della specie – naturalmente un tree of life. Il punto più interessate della presentazione è stata la spiegazione del processo che è stato dietro la creazione del libro, inclusi anche i vincoli economici legati ai costi dei diritti di riproduzione delle immagini.
Il processo di ricerca è stato, almeno nella prima parte, svolto online, beneficiando degli archivi pubblici di molte biblioteche, come quello del British Museum. Un libro possibile, insomma, grazie agli archivi digitali che esistono nella rete. Dal pubblico la più classica delle domande: pesa di più il valore estetico o l’efficacia funzionale in questo tipo di rappresentazioni? Lima risponde individuando nella bellezza – che c’è – una delle leve dell’usabilità.